Allenamento 20 gennaio
2016
ANGELI CONDIVISIONE
USCITA!
Facciamo uscire tutti
dalla sala, per fare poi l'accoglienza
Decompressione....nonono!
Tàcàm subèt!
Accoglienza
Ingresso con abbracci,
mentre entrano noi treiners li abbracciamo uno ad uno (ogni treiners
abbraccerà un claun, la cosa importante è che ogni claun riceva un
abbraccio) e sussurriamo loro di mettersi in cerchio. Quando saranno
entrati tutti li ringrazieremo per essere stati così disponibili da
essersi presentati alla serata.
Domandone
Lavoro a gruppi: vengono
creati 3 gruppi, ognuno dei quali dovrà rispondere alla domanda:
Quali sono i compiti di
un angelo?
TEMPO A DISPOSIZIONE: 5
MINUTI
Dovranno rispondere per
iscritto con 5 regole fondamentali, pratiche/misurabili (Esempio:
mettersi il camice è misurabile, avere un abbigliamento adeguato può
essere variabile da persona a persona)
IO Canzone
Ascoltiamo la canzone,
occhi chiusi e cerchiamo di fare attenzione al testo; Niccolò Fabi
“Io”
Foto ricordo
Foto proiettata per pochi
secondi, poi in cerchio ognuno dice la prima cosa che ha visto
Non c'è niente di
sbagliato, sono solo punti di vista diversi
Zattera autogestita
con gruppo di osservatori
Zattera
classica con comandi BIP, BOP, cambio di ritmo dicendo che comando è
veloce o rallenty, , STOP, VIA, vari step, prima col conduttore, poi
il gruppo si autogestisce con i comandi vocali, al termine il gruppo
si autogestice senza l'uso di parole. Osservatori sempre passivi,
fermi, devono solo osservare.
Gufi Gufi con gruppo
di osservatori
Si
cammina a zattera ad occhi chiusi, quando si incontra qualcuno
rimanendo ad occhi chiusi si chiede: Gufi Gufi? se l'altro risponde
Gufi Gufi si prosegue camminando, se l'altro non risponde ci si
fermali , si rimane ad occhi chiusi e in silenzio. Solo a una persona
il trainer dira' di non rispondere Gufi Gufi. Lo scopo del gioco e'
formare un unico gruppo!
Osservatori
sempre passivi, fermi, devono solo osservare.
Trenino cieco con osservatori
Dividiamo
in gruppi da 7/8 claun disposti a treno. La locomotiva si trova in
coda al trenino, guidandolo per la stanza facendo attenzione agli
altri trenini. Tutti saranno attaccati tra di loro tenendo le mani
sulle spalle del compagno davanti, la locomotiva dovrà dare i
comandi per curvare con delle strette dolci sulle spalle del compagno
davanti che passerà il comando avanti fino all'inizio del trenino.
Lo stop con entrambe le mani.
Osservatori
sempre passivi, fermi, devono solo osservare.
IO
Canzone con testo
Ri
ascoltiamo la canzone di Niccolò Fabi “Io”, stavolta proiettiamo
il testo
Condivisione
globale totale
Riprendiamo l'esercizio
iniziale e torniamo a rispondere alla domanda:
Quali sono i compiti di
un angelo?
Cerchiamo di creare tutti
insieme un vademecum scritto da lasciare agli angeli, al termine
dobbiamo ottenere poche regole (4?) pratiche che possano aiutarci e
ricordarci cosa fare in servizio come angeli
Negli anni scorsi erano
stati messi in evidenza:
Quello che va dal capo
sala a chiedere quali stanze si possono fare e quali no (e va a
prendere il registro al COM e al Cialdini)
Entra per primo nella
stanza per evitare al claun nuovo di affrontare un rifiuto pesante
Esce per ultimo dalla
stanza
Parla per ultimo in
condivisione, non sottolinea gli errori che sono già stati
riconosciuti, evidenzia le situazioni positive, parla delle
difficoltà/criticità del servizio
Occhio
di riguardo per le situazioni macroscopiche relative all'igiene e al
vestito (gel all'uscita delle stanze, scarpe infangate, mini gonna
ascellare, ecc...
Storia dell'esempio
(storia
dell'esempio, del bambino con il diabete e di Gandhi)
Una
signora, cerca in tutti i modi di spiegare al figlio, malato di
diabete, che non può mangiare le cose con lo zucchero. Dopo vari
tentativi e dopo aver chiesto aiuto a diversi medici senza nessun
risultato, decide di rivolgersi al maestro Gandhi. Per fare questo
però, deve affrontare un lungo viaggio. Dopo una settimana di
viaggio, arriva finalmente da Gandhi e viene accolta.
"Mi dica signora, come posso aiutarla?"
"Mio figlio qui, è malato di diabete, ma non riesco a fargli capire che non deve mangiare le cose con lo zucchero."
Dopo averci pensato un po', Gandhi risponde: "Torni qui tra 2 settimane e intanto penserò al vostro problema."
La signora prova subito a spiegare che ha affrontato un lungo viaggio, ma Gandhi ribadisce: "Torni tra 2 settimane."
La signora, anche se un po' scocciata, accetta.
Dopo essersi fatta ospitare da un parente a poche ore di viaggio, passate le 2 settimane, torna da Gandhi.
"Non so se si ricorda, sono.."
"Certo che mi ricordo, suo figlio ha il diabete." Risponde Gandhi interrompendola.
"Esatto." Dice la Signora stupita. "Ha pensato al nostro problema?"
"Certo." Risponde Gandhi, poi si gira verso il figlio, lo guarda negli occhi e dice: "Non devi mangiare le cose con lo zucchero."
La signora un po' sbalordita interviene: "Mi scusi maestro, ma abbiamo già provato diverse volte a dirglielo e non funziona. E poi scusi, ma non poteva dirglielo 2 settimane fa invece di farci tornare?"
"Guardi, 2 settimane fa non potevo dire a suo figlio di non mangiare le cose con lo zucchero perché io le mangiavo. Ora, che da 2 settimane non mangio cose con lo zucchero, so che si può fare e posso dirlo anche a suo figlio."
Questa storia ci aiuta a ricordare che, volendo o non volendo, noi siamo d'esempio per gli altri, e l'esempio vale più di mille parole!
"Mi dica signora, come posso aiutarla?"
"Mio figlio qui, è malato di diabete, ma non riesco a fargli capire che non deve mangiare le cose con lo zucchero."
Dopo averci pensato un po', Gandhi risponde: "Torni qui tra 2 settimane e intanto penserò al vostro problema."
La signora prova subito a spiegare che ha affrontato un lungo viaggio, ma Gandhi ribadisce: "Torni tra 2 settimane."
La signora, anche se un po' scocciata, accetta.
Dopo essersi fatta ospitare da un parente a poche ore di viaggio, passate le 2 settimane, torna da Gandhi.
"Non so se si ricorda, sono.."
"Certo che mi ricordo, suo figlio ha il diabete." Risponde Gandhi interrompendola.
"Esatto." Dice la Signora stupita. "Ha pensato al nostro problema?"
"Certo." Risponde Gandhi, poi si gira verso il figlio, lo guarda negli occhi e dice: "Non devi mangiare le cose con lo zucchero."
La signora un po' sbalordita interviene: "Mi scusi maestro, ma abbiamo già provato diverse volte a dirglielo e non funziona. E poi scusi, ma non poteva dirglielo 2 settimane fa invece di farci tornare?"
"Guardi, 2 settimane fa non potevo dire a suo figlio di non mangiare le cose con lo zucchero perché io le mangiavo. Ora, che da 2 settimane non mangio cose con lo zucchero, so che si può fare e posso dirlo anche a suo figlio."
Questa storia ci aiuta a ricordare che, volendo o non volendo, noi siamo d'esempio per gli altri, e l'esempio vale più di mille parole!
Niccolò Fabi - Io
Non sarà mica l'ego
l'unico nemico vero di questo universo?
Non sarà certo questo
piccolo pronome il centro di ogni discorso?
Io che mi sveglio la
mattina presto, io
Io che lavoro sempre
tutto il giorno, io
Io sono quello che è nei
miei panni
Io sono quello che ogni
volta paga i danni
Io solo soffro io solo
sono stanco
Io solo cerco di calmare
il tuo tormento
Io che mia madre non mi
ha mai capito
Io che mio padre non l'ho
mai stimato
Io
Non sarà mica l'ego
l'unico nemico vero di questo universo?
Non sarà certo questo
piccolo pronome il centro di ogni discorso?
Tu non capisci la mia
situazione
Tu non rispetti la mia
condizione
Tu non ti sforzi non mi
incoraggi
Non accompagni mai
nessuno dei miei viaggi
Io non mi sento mai
gratificato
Io non mi sento mai
realizzato
Io sono sempre pronto a
perdonare
Io sono sempre pronto a
rinunciare
Io
Non sarà mica l'ego
l'unico nemico vero di questo universo?
Non sarà certo questo
piccolo pronome il centro di ogni discorso?
No, non è un mestiere
mio
assomigliare a Dio
per quanto bella sia
l'idea
si, si chiama egomania
la nuova malattia
di questa società
dell'io